Il Modello BioDinamico dell'Osteopatia Craniale - Metafora e archetipo: i guardiani delle chiavi
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Metafora e archetipo: i guardiani delle chiavi
Still (1902) scrisse "... che la vita e la materia possono essere unificate, e che l'unione non può continuare senza qualche ostacolo per il movimento libero ed assoluto". I concetti di Still, sin dagli inizi, erano già al di là delle capacità dei test a doppio cieco. Ciò che lui vide e comprese, e Sutherland arrivò a rifinire nei suoi ultimi scritti, fu il principio universale che il mondo naturale è in continuo cambiamento e ciò che è fisso (o senza moto) diventa non in equilibrio con l'ambiente. Still considerava l'osteopatia una scienza, ma quando essa si estese al di là della scienza conosciuta e della spiegazione razionale, impartiva le lezioni utilizzando un linguaggio metaforico. Una metafora usa informazioni familiari per descrivere un'idea non familiare. La metafora fornisce un ponte verbale per riempire lo spazio tra l'intenzione di chi parla e l'interpretazione di chi ascolta (Artaud 1938). Questo spazio trasformazionale, metaforicamente parlando, caratterizza lo spazio di apprendimento tra l'insegnante e lo studente, lo spazio teatrale tra l'attore e la platea, lo spazio di guarigione tra l'operatore ed il cliente, dove in certi momenti durante uno scambio emerge qualcosa di più grande della somma delle parti.
Le metafore, nonostante possano essere di per sé stesse non razionali, hanno fornito a lungo un metodo euristico per avvicinarsi ai problemi scientifici (Chew & Laubichler 2003). La cultura occidentale, comunque, ha difficoltà a trattare il pensiero non razionale. Gli aspetti non razionali dell'osteopatia (e altri sistemi di cura alternativi) sono le lezioni più difficili da impartire e le tradizioni più difficili da mantenere. Le verità dell'uomo-trino che stanno alla base dell'osteopatia di Still diventano vittime dei riduzionismi medici, dell'enfatizzazione dell'intelletto e del rifuggire l'intuito e l'istinto tipiche della modalità occidentale. Il riduzionismo limita la nostra visione della realtà e la nostra capacità di consapevolezza (senso della coscienza). Forme alternative di coscienza, come si esprimono attraverso i sogni, la poesia, la musica, la pittura, o, come trovato in culture diverse dall'Occidente, meditazione o stati di trance, sono rimaste non sviluppate nella nostra società. Limitare la nostra conoscenza a ciò che può essere dimostrato tramite un esperimento riduzionista ha avuto un successo consistente nell'escludere lo spirito umano dal modello medico occidentale.
Questa mancanza dell'aspetto spirituale è stata una faccenda di tutti gli operatori BOCF, che hanno migliorato la visione e l'ispirazione secondo Lauren va der Post (1962): "La consapevolezza dell'uomo sin dalla Riforma è stata così assottigliata che è diventata quasi interamente un processo razionale, un processo intellettuale associato con l'esterno, il cosiddetto fisico, il mondo oggettivo. Le realtà invisibili non sono più reali. Questa consapevolezza ristretta rigetta tutta una sorta di cose che costituiscono la totalità dello spirito umano: intuizione, istinti e sensazioni, tutte le cose a cui l'uomo ha naturalmente accesso." I concetti antropologici di van der Post hanno giocato un ruolo importante nella comprensione della salute e del disagio della società.
Senza dubbio acquisì una capacità di comunicare con un linguaggio ricco di simboli da suo padre, un ministro metodista. Sutherland, come Still, era un esperto di scrittura, avendo lavorato come editore di giornali prima degli studi come osteopata. Il linguaggio di Still e Sutherland riflette l'intimità della loro connessione con il mondo naturale. Still maturò esperienze con gli Shawnee ed altri popoli nativi americani - culture primitive in termini antropologici. "Per gli indigeni, tramite culture tramandate oralmente, la natura stessa è articolata: parla... Non c'è elemento del panorama che si presenta che sia vuoto di risonanza espressiva e di potenza..." (Abram 1996). Abram cita un guaritore nativo americano, le cui parole risuonano con gli scritti di Still "nell'atto della percezione, entro una relazione simpatetica con il percepito, il che è possibile solo perché nè il mio corpo né il sensibile esiste al di fuori del flusso del tempo, e così ciascuno ha il suo proprio dinamismo, la sua pulsazione ed il suo stile. La percezione, in questo senso, è una sintonizzazione o sincronizzazione tra i miei propri ritmi ed i ritmi del cose stesse, i loro toni e le loro trame."
Il panorama di Still era popolato da individui che vedevano cose da prospettive culturali totalmente differenti. Highwater (1981) scrisse: "Sebbene le società dominanti di solito presumono che la loro visione rappresenti la sola verità sul mondo, ciascuna società (e spesso individui all'interno della medesima società) vedono la realtà in modo unico". Le prospettive culturali uniche di Still e Sutherland sono state riprese dagli operatori BOCF. La BOCF inizialmente si è sviluppata nella Nuova Inghilterra, un posto impregnato dello spirito di Ralph Emerson e Henry Thoreau. Questi filosofi del 19° secolo della Nuova Inghilterra credevano che lo studio della Natura, o l'essere al di là della soglia nel mondo naturale, offrisse una purificazione della mente e dello spirito, ed una esaltazione nella scoperta di sé.
Al tempo in cui Sutherland (1939) pubblicò per primo le sue intuizioni, l'osteopatia stava attraversando un periodo di riduzionismo. Molti operatori si focalizzavano sugli aspetti meccanici dei principi e della pratica osteopatica. L'OCF di Sutherland rappresentava un Rinascimento dell'osteopatia di Still. Ma dal tempo della morte di Sutherland nel 1954, questo stesso Rinascimento entrò in un periodo di Riforma, un ritorno del razionale. L'OCF riformista ed i suoi testi base (Magoun 1976, Upledger & Vredevoogd 1983) furono abbracciati da molti osteopati così come da molti terapisti del massaggio, fisici e chiropratici. Ma il Rinascimento originale di Sutherland è stato ripreso sotto l'egida dei suoi studenti come Paul Kimberly, Anne Wales, Ruby Day, Rollin Becere Robert Fulford (Cardy 2004).
Come l'OCF ha portato alla BOCF, l'uso della metafora ha portato ad un archetipo. Laddove la metafora è una figura del linguaggio usata per suggerire una rassomiglianza, un archetipo è un termine usato per descrivere un simbolo universale che evoca risposte profonde e a volte inconsce nel lettore o nell'ascoltatore. Gli archetipi simbolicamente incorporano l'esperienze umane ed il loro significato è istintualmente ed intuitivamente compreso. Il concetto di Jealous de "l'embrione" come sempre presente negli organismi viventi è un archetipo chiave della BOCF. Quando studiava gli scritti dell'embriologo Blechscmidt (descritto più avanti), Jealous rimase colpito dalle sue conclusioni su come la funzione embrionale (moto fluido) crei una forma che precede una struttura. Jealous (2001) intuì dai rapporti di Blechschmidt che l'embriologo doveva aver sperimentato le forze organizzatrici della respirazione primaria al lavoro, senza una conferma palpatoria, data la reverenza con cui Blechschmidt & Gasser (1978) scrissero "l'originalità dell'essere umano embrione è distinguibile in molti modi; per esempio l'essere primordiale umano è padrone dell'intera geometria che si applica a se stesso. Non c'è mai il minimo errore su una somma di angoli, e nessuna imprecisione di rapporto superficie volume. Non fa mai una intersezione in un punto sbagliato è controlla ogni reazione fisica altrettanto bene di quelle chimiche."
L'embrione, come archetipo di una forma perfetta, costituisce la matrice base per la capacità del corpo di guarirsi da solo. Le forze fluide formative, assemblatrici e rigenerative che organizzano lo sviluppo embrionale sono presenti per tutto l'arco della vita, pronte per nostra cooperazione nel mettere in opera la loro potenza terapeutica. In altre parole le forze dell'embriogenesi diventano le forze di guarigione dopo la nascita.
Tra gli operatori BOCF ogni evento che avviene all'interno dell'ambito terapeutico ha un nome. Non si fa riferimento ad alcunché in termini vaghi di "energia". L'importanza della denominazione è condivisa in tutto il mondo dalle culture primarie, in particolare dagli uomini selvaggi del Kalahari (van der Post 1961). Secondo questi uomini delle foreste la separazione dell'individuo da quella parte di sé che è connessa con tutto il resto porta alla paura e ad un senso di solitudine, e questo facilita il processo di malattia. Poiché il trattamento con la BOCF connette il cliente alla natura, egli riceve una immediata esperienza di "essere insieme" o di "appartenenza" in un modo profondo. I clienti acquisiscono un senso fisico di "comunità" a volte per la prima volta nella vita. Come enfatizzato da Wendell Berry (1996) "la comunità e la più piccola unità di salute".
Nelle successive tre sezioni di questo articolo passeremo in rassegna l'evoluzione di pensiero, di capacità percettive e dell'approccio al trattamento della OCF e della BOCF, dalle Ossa alla Dura al LCF al corpo fluido. Vedi figura 1 per una sintesi.
Cronologia dell'evoluzione della OCF e della BOCF
1910-1920: Sutherland studia le ossa del cranio e le loro suture e forami.
1930, inizio: Sutherland comincia a sperimentare con la dura e le sue parti (falce, tentorio)
1030, fine: Sutherland sposta la sua attenzione alle fluttuazioni del liquido cerebrospinale e presenta il Meccanismo Respiratorio Primario
1943: Sutherland descrive il Respiro della Vita
1948: Sutherland comincia a lavorare con la potenza della Marea
1951: Sutherland interrompe la sperimentazione sul moto, tutti i fulcri avvengono negli still point
1960: Gli scritti di Sutherland vengono pubblicati, dopo essere stati revisionati da Ada Sutherland ed Anne Wales
1970: L'allievo di Sutherland Rollin Bekcer e Rober Rudford espandono il suo lavoro post 1943
1980: Bar Harbor: ad un meeting di osteopati Inglesi e della Nuova Inghilterra James Jealous collega la visione di Sutherland con il lavoro di Blechschmidt e van der Post.