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Le Basi Scientifiche - Principio di esclusione di Pauli

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Principio di esclusione di Pauli

Secondo questo principio enunciato da Pauli, non possono esistere due particelle con gli stessi numeri quantici, ovvero quelli che compongono lo stato quantico che abbiamo visto, nello stesso luogo e nel medesimo tempo. Grazie a questo principio viene assicurata la stabilità degli atomi, per esempio, in modo che ad ogni orbitale ci sia un numero previsto di elettroni che rispetti le caratteristiche fisiche dell'elemento in questione.

Bosoni e fermioni

Le particelle che seguono questo principio di esclusione di Pauli vengono classificate come Fermioni, dal nome di Fermi che insieme a Dirac elaborò la statistica di Fermi-Dirac per descrivere queste particelle. Le altre costituiscono i cosiddetti bosoni, dal nome di Bose che insieme ad Einstein elaborò la statistica di Bose-Einstein per descriverle. Tutti i fermioni hanno valori di spin semi-intero (1/2, -1/2 e multipli) mentre tutti i bosoni hanno spin intero (0, 1, -1, ecc.)

Le particelle che fanno la materia: particelle mattoni

Tutte la particelle che costituiscono la materia a noi nota sono dei fermioni. Non potendo avere stati quantici uguali sono costrette a disporsi secondo le vari possibilità disponibili costruendo così quella che si chiamiamo materia. Se fosse costituta da bosoni, che possono avere stati quantici comuni, non riuscirebbero a costruire niente perché collasserebbero continuamente.

Le particelle che portano le informazioni: particelle mediatrici

Le particelle che portano le informazioni, le mediatrici, quelle che costituiscono il campo (Vedi Campo), sono dette bosoni. La loro caratteristica di essere bosoni consente di essere le mediatrici, proprio perché possono avere stati quantici in comune. Pesante ai fotoni della luce, se fossero dei fermioni la luce si condenserebbe costruendo della materia, invece di viaggiare indisturbata in tutte le direzione, e senza risentire di altra luce che la interseca.

Quark

Questo termine è stato proposto da Gell-Mann  che si è ricordato della frase "Three quark for Muster Mark" del romanzo "Finnegan's wake" di James Joyce. Secondo altri invece deriva da "question mark", che in inglese significa punto interrogativo, per sottolineare la natura sia misteriosa che solo ipotizzata di queste "particelle". I quark sono stati introdotti per descrivere la struttura delle particelle, e la teoria costruita funziona molto bene ed ha verifiche sperimentali corrette, anche se non si ha la possibilità di isolare e rilevare un quark. Appena si cerca di isolarlo, disgregando la particella costituita da essi, immediatamente il singolo quark si "accoppia" con altri quark, spuntati da chissà dove, per ricreare un'atra particella. Quando si fanno esprimenti in tal senso si ottengono così le cosiddette "piogge di particelle" prodotte come risultato del tentativo di isolare i quark. I "conti tornano" però, e questo costituisce un ottimo dato di fatto. Ci sono sei tipi di quark previsti dalla teoria, raggruppati in tre coppi: up e down, charm e strange, top e bottom. Hanno la caratteristica di avere una carica elettrica frazionaria, e cioè con valori 2/3 e -1/3, ed hanno anche la qualità del colore come accennato nel paragrafo relativo all'interazione forte.

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