Il blog sulla Biodinamica CranioSacrale

Lavorare con i fluidi

Michele scrive

– 1 –  A proposito della tecnica della Trazione:
si può usare oltre per cercare di aiutare il sistema ad  allungare la colonna – come mi sembra di ricordare – anche  per fare qualcosa per  allungare il secondo dito del piede comunemente chiamato dito a martello. Le dita dei piedi a martello o che comunque assumono una deformazione, secondo te sono dovute a una scorretta postura che la persona ha assunto nel corso degli anni o dipende in qualche modo anche dal un blocco diaframmatico – come un terapista mi ha detto –  o da altre cose? In ogni caso con la Trazione si può fare qualcosa?

– 2 – In generale quando è opportuno usare la tecnica della Trazione?

– 3 – Nel testo a proposito di “Fluidi e Maree – dinamiche fluide e fluttuazioni laterali” c’è scritto: “Esiste un campo quantico coerente ed olistico che nase insieme con la matrice liquida cristallina fluido-tissutale” – Mi spieghi che cosa vuol dire?

Una risposta a Lavorare con i fluidi

  • 1.
    Si, si può usare per l’allungamento della colonna, magari in abbinamento allo sganciamento. Stessa cosa vale per l’alluce valgo (dita a martello) la cui origine potrebbe essere dovuta scorretta postura. Quindi l’invito a creare spazio in generale e magari nella zona di interesse, ovviamente sempre “biodinamicamente”. Magari poi anche la scorretta postura avrà le sue motivazioni… Attenzione “potrebbe”, non è dovuto sicuramente a…
    Anche il diaframma può interessare questo, anche perchè è un po’ connesso con tutto quanto. Il corpo è una unità funzionale, non è separabile, e tutti i suoi elementi sono connessi l’un l’altro: quindi tutto coinvolge tutto… E’ difficile, se non impossibile, trovare una causa determinante; ma se si lavora a livello marea media o addirittura marea lunga ci si “collega” dove si generano le forze che poi a livelli più densi e superficiali si manifestano come i “problemi” che rileviamo.

    2.
    Trazione e sganciamento si basano sulle conversazioni con i fluidi, in cui viene invitata la creazione di spazio. Orientativamente lo sganciamento nei casi in cui c’è compressione, e la trazione quando c’è bisogno di ritrovare le dimensioni naturali. Come puoi intuire sono simili, e nella pratica la modalità è praticamente identica. Le denominazioni sono rimaste dalla pratica biomeccanica, in cui si effettuava una manipolazione, se pur lieve, in cui si “sganciava” qualcosa di agganciato, o si “traeva” qualcosa che si era “accorciato” o bloccato.

    3.
    il campo originatore è coerente, ovvero allineato e con l’energia uniforme, e la matrice cristallina determina la modalità strutturale: immagina proprio le strutture cristalline per chiarirti l’idea. In ogni caso sono termini molto tecnici utilizzati per trovare e/o proporre un modello di rappresentazione. In questo caso viene utilizzato per cercare di dare un’idea di fluidi e dinamiche degli stessi, cercando di definire la loro origine.
    Quello che alla fine è più utile e interessante è la nostra esperienza al riguardo. Non ti preoccupare troppo di questi termini, che poi con l’esperienza acquistano un significato più chiaro.

    PS: ho letto i tuoi lavori: molto bene, state lavorando tutti con grande attenzione e dedizione, ed i risultati si vedono e si sentono. Dalle descrizioni delle tue esperienze riportate nei compiti sembra che riesca ad andare bene in sintonia con il sistema delle persone e “ascoltare” quello che il sistema stesso presenta. Si tratta poi di avere pazienza e accoglienza verso quello che accade, e molte cose diventano gradualmente e naturalmente più chiare. Molto bene anche l’affinamento con la marea lunga.

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