Drenaggio
Michele scrive
ho queste cose da chiederti:
1 – Il drenaggio dei seni venosi si puo’ fare se la persona ha mal di testa?
2 – Ho fatto un trattamento a x. Ho usato la tecnica della trazione
con ascolto dai piedi. La mia intenzione è stata quella di invitare la Potenza
a seguirmi, visualizzando tutta la colonna, il bacino e le gambe. Durante la
sessione ho percepito come se trascinassi verso di me tutta la biosfera.
Con ascolto sacro-spalla, inoltre, ho usato la tecnica del creare spazio.
L’indomani x è stata malissimo.
Ha avuto un forte mal di schiena al punto da non poter andara a lavorare e di
prendere un forte antidolorifico. Si è sentita in “tilt”.
Non immaginavo che dopo un trattamento si potesse avere un effetto così
doloroso.
Ho sentito Francesco per altri motivi e visto che eravamo al telefono gli ho
accennato della sessione. Francesco mi ha detto che puo’ succedere.
A x ho suggerito di ascoltare il suo corpo e cercare di porre
attenzione alle sue percezioni, di evitare di dare interpretazioni al suo male,
di avere la consapevolezza di ciò che sentiva e dove lo sentiva, che cosa ci
fosse insieme al suo dolore.
X in quel momento mi ha detto di aver bisogno di capire verbalmente
che cosa stava accadendo sembrava che qualcosa la rimandasse alla sua storia
personale.
Il semplice ascolto non le era sufficiente. Sembra che si sia scatenato
qualcosa di molto forte legata alla paura .
La necessità che aveva X era un supporto psicologico, perchè in quel
momento erano riemerse le paure di un tempo, ad esempio paura
dell’immobilità.
Nello stato in cui si è trovata ha dovuto telefonare alla sua terapista.
Se facendo un trattamento a un cliente, che non può venire in studio per
rifare un trattamento ravvicinato, cosa che ho fatto a X, e
succedesse una cosa simile molto forte non solo fisicamente, che cosa un
operatore CS puo’ fare e che cosa assolutamente non deve fare e che cosa puo’
eventualemte consigliare?
In questa esperienza ho avvertito tutto il peso dell’inesperienza. Tante sono
le domande che mi faccio, anche se so che a certe domande non vi è una risposta
di fronte al mistero della natura.
Grazie per tutti i tuoi suggerimenti. Michele
Caro Michele
come tu stesso dici alla fine della tua lettera “a certe domande non vi è una risposta
di fronte al mistero della natura”, non potro’ rispondere a tutte le tue domande.
Cominciamo con ordine.
1. il drenaggio dei seni venosi permette di aiutare il normale deflusso venoso dalla testa. Con il nostro approccio biodinamico non lavoriamo alivello fisico diretto. In questo modo non si “manipola” e non si hanno quelle possibili controindicazioni delle terapie classiche. Noi non facciamo terapia nè alcun tipo di atto medico. Semplicemente aiutiamo la persona a ritrovare un proprio equilibrio basato sulle sole sue capacità intrinseche.
Detto questo il drenaggio, che si consiglia di fare dopo aver fatto altri trattamenti con la stessa persona, ovvero non nelle prime volte, potrebbe aiutare per un mal di testa forte. Ma potrebbe essere magari più valido un semplice still point e lavorare sullo spazio, visto che spesso il mal di testa ha una sua connotazione oppressiva che ampliando lo spazio potrebbe migliorare. Ed in questo attenzione alle prime righe del punto 2.
2. Quello che traspare dalla tua descrizione del trattamento con x, è che tu ci abbia messo un po’ troppa intenzione. Sembra che i tuoi “inviti” siano stati un po’ intensi. Non sono in grado di poter dire che possa dipendere da questo il decorso di x, ma in generale ti suggerisco di essere più “leggero”, di portare l’attenzione fuori ed intorno; non troppo sulla persona che stai trattando.
Comunque questo non vuol dire che sia “colpa” tua degli effetti, sia ben chiaro. Non conosco x ma, come tutti noi, probabilmente avrà i suoi blocchi, emotivi e fisici, e forse iniziando un lavoro di consapevolezza che il trattamento può facilitare, cominciano a venire fuori un po’ di cose.
In generale, come ho detto più volte nei seminari, quando vi accorgete che comincia ad emergere qualcosa, tipo reazione emotiva o fisica, un po’ più forte, rimanete sempre molto calmi, non vi spaventate. Non sta succedendo niente di grave. Con la vostra “presenza” aiutate molto di più che se andate nel panico. Se uno si spaventa avere vicino qualcuno calmo e tranquillo è l’ideale. Invitate verbalmente la persona a sentire che è li sul lettino, che tutto va bene, che può “sentire” senza che questo possa essere dannoso.
Poi, nei casi in cui vedete ci sono problemi, indirizzate la persona verso terapisti come psicoterapeuti e simili di vostra fiducia. Ovviamente in maniera molto tranquilla e pacata. Semplicemente come supporto e sostegno per migliorare il benessere.
Per rispondere poi all’ultima domanda, se ci dovessere essere disagi dopo il trattamento, vale quanto detto prima. Ancora una volta vi rammento:
. non state con l’attenzione tutta sulle persone
. non cercate di “capire” cosa hanno le persone
. fate i fulcri
. fate i fulcri
. fate i fulcri
. …
. portare sempre l’attenzione intorno a voi
. anche fino all’orizzonte e oltre
. cogliete i segnali dell’ambiente, senza interpretarli
. negoziate contatto e distacco, passando per i fulcri
. ascoltate le persone, a tutti i livelli
. lasciate che i processi facciamo il loro percorso: interferenza minima o meglio zero
Questo permette alle persone di stare meglio comunque, e facilita l’avvio dei processi interni di riequilibrio e normalizzazione sui quali, per fortuna, noi non abbiamo alcun controllo.
Vi ricordo che se avete casi di persone sofferenti di vari disagi, assicuratevi che abbiamo comunque fatto tutti i possibili accertamenti medici e similari. E ricordate sempre alle persone che non siamo medici, non siamo terapisti, non siamo psicanalisti, non curiamo, ecc. ma che il nostro lavoro è volto a migliorare lo stato di benessere generale.